lunedì 27 febbraio 2012

conoscere e distinguere le allergie dalle intolleranze

Un allergia implica sempre un coinvolgimento del sistema immunitario ma, a seconda degli anticorpi che agiscono, si suddivide in

Ige mediata ultreriormente divisa in fase immediata e fase tardiva
Ige non mediata
  
IGE MEDIATA
COS’E’: 
L’allergia Ige-mediata è una malattia del sistema immunitario caratterizzata dalla stimolazione eccessiva e inappropriata di anticorpi (Ige) nei confronti di sostanze nutritive innocue nei soggetti sani.
Gli  anticorpi Ige sono fondamentali per la loro funzione di protezione dell’organismo contro parassiti  ma, se usati scorrettamente,diventano le principali responsabili delle allergie.

COME AVVIENE UNA REAZIONE ALLERGICA: 
Gli anticorpi Ige, non appena vengono prodotti, si legano ai mastociti(cellule),funzionando da vero e proprio recettore. Una volta ingerito il cibo, esso viene in contatto con le ige che sensibilizzano il mastocita(fase di sensibilizzazione) contro l’antigene(in questo caso il cibo). Alla seconda esposizione dello stesso antigene,si ha un riconoscimento immediato  da parte delle cellule che attivano uno risposta immunologica, rilasciano dunque sostanze chimiche,(fase di degranulazione del mastocita o fase di scatenamento) tra cui l’istamina e l’ossido di azoto, scatenando la reazione allergica e quindi un infiammazione a carico di uno o più apparati(flogosi).
Questa manifestazione allergica è denominata: fase immediata o iniziale, caratterizzata da vasodilatazione,(effetto dell’istamina in circolo)e, in base alla localizzazione, spasmo del muscolo liscio o secrezioni ghiandolari. Questa fase inizia entro pochi minuti dall'esposizione all'allergene e termina mediamente entro un'ora.(studiamo questa fase subito dopo vedremo la fase tardiva)

SINTOMI:
Le manifestazioni cliniche di un’ allergia IgE mediata sono generalmente di 4 forme,che possono svilupparsi singolarmente o in concomitanza tra loro.
1)FORME GASTROINTESTINALI

SINDROME ORALE ALLERGICA                             
Le manifestazioni interessano per lo più il cavo   orale, insorgono velocemente,quasi subito     dopo                                         
il contatto del cibo con la cavità orale ma i sintomi tipici,prurito-pizzicore alla orofaringeo,    si risolvono rapidamente   A volte, si presenta con altre forme vescicole nella mucosa orale o della bocca(erpes)  

 ANAFILASSI GASTROINTESTINALE                                                                                   

  Si presenta con sintomi quali nausea,dolore addominale di tipo colico-peridoneo,
 vomito,diarrea emicrania,capogiri.

Per quanto sia ancora poco conosciuta la reazione allergica a livello intestinale, è indubbio che la risposta immune cellulo-mediata(risposta IgE .mediata)  gioca il ruolo maggiore nel provocare danno mucosale.
La produzione sproporzionata di Ige ripetute nel tempo provoca, per il processo di amplificazione dell’infiammatoria,un’alterazione della morfologia e funzionalità della mucosa.

2) FORME CUTANEE:
 Si manifesta con rigonfiamenti della cute( Angioedema),  che provoca formicolio e calore della parte interessata,e la pelle risulta essere adenomatosa, o con orticaria, che da luogo a pruriti,bruciori e formazioni di papole cioè vescicolette che variano per estensione e durata.
Difficilmente le due forme si acutizzano sino a dare dare luogo a fenomeni di cronicizzazione.

3) FORME RESPIRATORIE:
Si presenta con forme d’asma, è però da sottolineare che, in caso di allergia alimentare, le forme di reazioni più comuni sono le prime due su citate,è raro che esse manifestino reazioni respiratorie.
il protarsi dell’infiammazione allergica a carico della mucosa bronchiale provoca una cronicità dell’asma e le crisi possono essere innescate indipendentemente dall’allargene, ma solo da fattori fisici. In alcuni casi, soprattutto per  l’allergia al pesce o i frutti di mare, ad alcuni individui particolarmente sensibilizzati,  basta, solo, inalare il profumo degli allergeni ,per scaturire una crisi asmatica.

4) FORME GENERALIZZATE:
L’anafilassi è la più temibile conseguenza dell’allergia alimentare e può esser scatenata anche da quantità minime di alimento. L’anafilassi è definita come una reazione sistemica e che interessa tutte le forme viste in precedenza
Insorge a distanza di secondi o minuti dal contatto con l’allergene. I sintomi iniziali sono caratterizzati da eritema, prurito localizzato a mani, piedi, inguine,gonfiore alle labbra e al viso. In genere sono inoltre  caratterizzate da edema laringeo che si manifesta con, sensazione di nodo alla gola e quindi con tosse, difficoltà respiratorie,dolori allo sterno, Le manifestazioni gastrointestinali sono caratterizzate da vomito, crampi addominali, e diarrea. Nei casi più gravi si può avere una sintomatologia a carico dell’apparato
cardiocircolatorio che può essere seguito da collasso vascolare.
L’ intervento terapeutico deve assolutamente essere tempestivo.
Fase tardiva. inizia da 2 a 24 ore dopo l'esposizione e può durare anche per giorni, senza la necessità di ulteriore esposizione all'allergene.
In questa fase si ha una reazione a catena,cioè le cellule mastocite, attivate nella fase immediate,provocano attrazione e modulazione tra altre cellule infiammatorie (monociti, netrofili, linfociti, eosinofili )che originano un mantenimento e cronicizzazione dell’infiammazione(fase di persistenza della flogosi).
La fase tardiva può entrare in gioco se il soggetto è predisposto  a reazioni a catena tra le cellule o in caso di ripetuta ingestione dell’antigene.
La relazione tra allergie ige-mediate e malattie dell’apparato intestinale quali gastroenterite eosinofila,colite ulcerosa,o extraintestinali, quali artrite,emicrania,non è ancora stata accertata ma neppure esclusa, ad oggi, risulta essere ancora motivo di acceso dibattito tra i  medici,ed è ancora oggetto di profondo studio.

DIAGNOSI
Dieta di eliminazione   e test  di scatenamento                                                                                                 
Si elimina l’alimento che si ritiene responsabile   dello scatenamento allergico,se i sintomi avvertiti
dal paziente svaniscono ,si vieta per un dato periodo quell’alimento per poi  effettuare un test di scatenamento: si somministrano in laboratorio piccole dosi dell’ alimento incriminato, per via orale 
se il soggetto avverte nuovamente i sintomi dell’allergia, il test risulta essere positivo e l’allergia è confermata.
Il test di scatenamento non viene mai effettuato se esiste il sospetto di una reazione anafilattica.  
                                                                                                  
                                                                                                  
. Test cutanei
                                  Prick test. Consiste nell’applicazione di piccole quantità di alimenti sospetti         sulla pelle dell’avambraccio. poi si gratta         con un ago affinchè la sostanza penetra  sottopelle. se si sviluppa una reazione cutanea, il test è positivo
                                Rast test consiste nel prelevare un  campione di sangue dal paziente ,dividerlo in varie provette, e metterle in  contatto con specifici alimenti, per valutarne  le eventuali risposte immunologiche. sia il prick  che il RAST hanno un difetto di  specificità e di sensibilità.
I risultati degli esami potrebbero fornire false positività a soggetti non allergici e falsi negativi  a soggetti allergici.per tale ragione nessun test di laboratorio, da solo è sufficiente alla diagnosi ma serve da supporto alla dieta di eliminazione o viceversa ne è supportato.



TERAPIA
La più sicura è evitare il prodotto incriminato, bisogna stare attenti alle etichette dei prodotti indicanti gli ingredienti. non vi sono cure definitive e approvate,a volte si usa la dieta di rotazione che introduce a piccoli dosi gli alimenti proibiti per valutarne la sopportabilità, altre volte si cercano rimedi erboristici naturali. gli studi sulla terapia sono ancora in fase sperimentale e discordanti. C’è chi sostiene che una dieta di totale eliminazione creerebbe la completa perdita di sopportazione dell’alimento in questione e quindi l’impossibilità di reinserirlo nel tempo,in più potrebbe essere causa di uno scatenamento di altre forme allergiche verso cibi tollerati ma che, se assunti regolarmente ,in sostituzioni ad altri, creerebbero una nuova forma di sensibilità. Certa, resta l’iniziale dieta di eliminazione, per garantire la ripresa del fisico, a essa, alcuni nutrizionalisti ,fanno seguire una piccola re immissione del cibo incriminato, altri preferiscono abolirne l’assunzione; il tutto dipende anche dalle condizioni di salute e di cronicità della malattia del paziente.



INFORMAZIONI GENERALI
-I bambini sono i soggetti più a rischio di incorrere in una manifestazione allergica,spesso però dopo i primi anni di età il fenomeno tende ad affievolirsi o addirittura scomparire.in caso di allergia alle proteine del latte, però una buona percentuale di bambini può incorrere ,nell’età adulta a nuove forme di allergia alimentari.
La riacquisizione di tolleranza degli alimenti non avverrà mai se il soggetto è allergico al pesce, noccioline e arachidi.

-Gli alimenti che più frequentemente inducono ad allergie sono:
LATTE VACCINO                                    FRUMENTO/GRANO
KIWI                                                   UOVA
FRUTTI DI MARE                                FRAGOLA
ARACHIDI                                                CARNE DI MAIALE
SOIA                                                         CIOCCOLATA
 LIEVITI
CAUSE DELL’ALLERGIA:
PREDISPOSIZIONE GENETICA: Ha un influenza determinate sul rischio di sviluppare allergie ige mediate.nel                                           
                                                       corso della vita.

 CONSERVANTI/ADDITIVI : Maggior uso nelle nostre tavole di prodotti contenenti conservanti e additivi.

SVEZZAMENTO: Precoce introduzione nella dieta del bambino di alimenti allergizzanti.




NON IGE MEDIATA
COS’E’:
L’allergia non ige-mediata è il risultato di una risposta anomala da parte del sistema immunitario che si attiva erroneamente, tramite anticorpi IgG, IgA,IgM,contro antigeni che in realtà non sono nocivi al fisico.gli allergeni intrappolati e legati con gli anticorpi possono depositarsi in qualsiasi organo creandone lesione.Le forme di allergia alimentare non IgE mediate sono una minoranza rispetto alle forme IgE mediate. Non sono immediate nella risposta contro l’antigene dunque i sintomi non si percepiscono subito.

LE FORME DI ALLERGIA ALIMENTARE NON IGE MEDIATE PIU’ CONOSCIUTE:
Enteropatia indotta da Proteine Alimentari
Enterocolite indotta da da Proteine Alimentari
Proctocolite indotta da da Proteine AlimentarI
Gastroenterite eosinofila

Queste forme di patologie si sviluppano raramente, colpiscono maggiormente in età pediatrica e sono spesso indotte da una reazione contro le proteine del latte o della soia.
La forma di ige non mediata in assoluto più frequente, e più studiata è la celiachia,per la quale ho dedicato un capitolo più avanti.


SINTOMI:
cefalee
malassorbimento del cibo
disturbi gastrici
aerofagia
ansia
dolori articolari
otite

CAUSE:
sono ancora poco conosciute le cause che comportano un allergia non ige mediata.a riguardo vi sono ancora solo supposizioni e non studi certi e definitivi.

DIAGNOSI
È difficile ad oggi diagnosticare in breve tempo un allergia non ige mediata per molte ragioni:
la più assurda, ma reale ragione,è  che solo nei più recenti anni si è creata una correlazione tra allergie alimentari  e sintomi di spossatezza generale e dolori diffusi. Per  tanto, troppo tempo,le allergie alimentari hanno operato silenti creando fastidi, infiammazioni croniche e lesioni tessutali ,senza che nessuno imputasse a  loro la causa di tali problemi. La generale e diffusa convinzione che la causa dei  dolori addominali, fosse causata dalla “sindrome del colon irritabile”ha  creato disagio e sconforto a chi viveva inconsapevolmente con un allergia alimentare e non trovava alcun beneficio ,seguendo le cure atte a rilassare il colon.
Le ige non mediate creano sintomi diffusi e  generalizzati, chi ne è affetto lamenta dolori a vari organi,che spesso purtroppo sono stati studiati e curati singolarmente senza mai arrivare a capire che chi li legava  era un unico comun denominatore “le allergie”.
Gli anticorpi IgG agiscono lentamente,  non creano lesioni gravi al primo incontro con l’antigene, per cui il tessuto deve essere già in parte compromesso (e quindi essere stato esposto più volte all’ingestione del cibo.)per avere una sintomatologia più specifica a carico dell’apparato colpito. E, purtroppo,solo allora , viene  diagnostica l’allergia igg mediata.
La diagnosi infatti consiste nella ricerca del numero  degli anticorpi,che dovrebbe risultare aumentati  in caso di positività all’allergia, ma la certezza di diagnosi si ha solo in seguito ad un prelievo biotopico effettuato tramite gastroscopia che valuta l’aspetto dei villi intestinali, se morfologicamente alterati,è confermata l’allergia igg mediata

TERAPIA
Completa esclusione del cibo incriminato




   l'intolleranza alimentare   
  
E’ l’incapacità da parte di  un soggetto di assorbire o digerire determinati alimenti.E’ una forma meno grave delle allergie in quanto:
non richiama l’intervento del sistema immunitario,
si associa a fastidi intestinali e non ad altri apparati
potrebbe, con una giusta dieta a rotazione, essere in parte recuperata la tollerabilità verso l’alimento,
è dose-dipendente per cui generalmente si sopportano piccole dosi dell’alimento incriminato.
Se l’intolleranza alimentare è dettata da un assenza enzimatica,non  è  da prendere alla leggera in quanto crea forti infiammazioni intestinali. L’intolleranza da carenza enzimatica ad oggi riconosciuta è quella al lattosio.
 Le altre, misurate con test non convenzionali  non vengono accettate dalla medicina tradizionale. Se, però, dopo aver effettuato i test  allergologici e il breath test,ed avere avuto risposte negative, l’eliminazione di un determinato alimento giova al fisico, anche se non esiste un responso scientifico, è consigliabile eliminare per un dato periodo l’alimento incriminato e reintrodurlo dopo due tre mesi in piccole dosi per valutare l’avvenuta o meno sopportabilità.
A volte infatti il fisico stressato o colmo di un determinato cibo assunto con frequenza può non riuscire a tollerarlo per un certo periodo per poi, una volta ripristinata la tranquillità intestinale, riassumerlo senza problemi.



Bibliografia:




















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